Amedeo Modigliani nacque a Livorno il 12 luglio 1884, da famiglia ebraica: il padre Flaminio era di origine ebrea sefardita romana, la madre Eugénie Garsin, proveniva da origini sefardite del ramo marsigliese.
Quarto figlio dopo Giuseppe Emanuele, Margherita e Umberto, il padre aveva un’impresa composta da un insieme di società agricole e minerarie in Sardegna: alla nascita di Amedeo, l’impresa era in fallimento, anche la famiglia Garsin di Marsiglia attraversava un periodo di crisi economico e per questo i beni della famiglia furono messi in liquidazione.
La madre pensò allora a risollevare la grave condizione familiare con i ricavi della scuola elementare e materna da lei fondata nel 1876, con lezioni private e con l’attività di traduttrice e critica letteraria che conduceva con uno pseudonimo.
Inoltre, si occupava personalmente dell’istruzione dei figli e a partire dal 17 maggio 1886, scriveva il suo diario, Journal de la famille – le livre de raison, una fonte importante che riporta anche annotazioni sulla personalità e sulla formazione artistica di Amedeo Modigliani che dei suoi quattro figli risultava essere il più fragile e forse, proprio per questo, il prediletto.
Amedeo Modigliani apprese a leggere e a scrivere a soli cinque anni e apprese gli insegnamenti talmudici, studiò musica e imparò a parlare in francese e in ebraico.
Nel 1893 realizzò le sue primissime opere ovvero alcuni disegni eseguiti a penna su un taccuino regalatogli dalla sorella Margherita.
Nel 1895, a soli undici anni, ammalatosi di pleurite, dovendo rimanere per un lungo periodo a letto, continuava a disegnare in un altro taccuino, donatogli dalla madre, dove riportò alcune figure immaginarie.
Nel 1898 le sue condizioni di salute peggiorarono: una febbre tifoidea, unita a serie complicazioni polmonari, lo costrinse nuovamente a letto. In questo periodo abbandonò gli studi e frequentò lo studio di Guglielmo Micheli che era stato allievo di Giovanni Fattori.
Pur dimostrando poco interesse per la pittura di paesaggio verso la quale il maestro indirizzava i suoi allievi, Modigliani seguiva assiduamente le lezioni, conseguendo presto ottimi risultati nel disegno, nella pittura dal vero, rivelando particolare attenzione per il colore e per il dettaglio.
Nel 1901 si riacutizzò una lesione polmonare e fu costretto a soggiornare con la madre a Napoli. Successivamente visitò Roma e Firenze e inviò all’amico Oscar Ghiglia un numero imprecisato di lettere: cinque di queste sono pervenute fino a noi a testimonianza del suo fervore giovanile.
Nel 1902 si iscrisse alla Scuola libera di Nudo di Firenze e l’anno successivo si iscrisse alla Scuola libera del Nudo all’Istituto delle Belle Arti di Venezia.
Nel 1905 soggiornava a Venezia e dal diario della madre sappiamo che aveva terminato il ritratto di Olper e aveva in mente di fare anche altri ritratti. Uno di questi, pervenuto fino a noi, è il ritratto di Fabio Mauroner che fu esposto alla Biennale di Venezia del 1930.
Nell’inverno del 1906 si trasferì a Parigi dove affittò uno studio in rue Caulaincourt, a Montmartre, dalle parti del Bateau Lavoir.
Nel 1907 conobbe il dottor Paul Alexandre che diventò suo estimatore e collezionista.
L’anno successivo espose sei opere al Salon des Independants, tra le quali L’ebrea e Busto di giovane nuda.
Nel 1909 fece il ritratto di Paul Alexandre, del padre e del fratello. Nell’estate di quell’anno tornò a Livorno e al ritorno aveva con sé Il mendicante. Paul Alexandre lo presentò a Brancusi, di cui dipinse il ritratto che si trova abbozzato sul verso di una tela dove dipinse poi lo Studio per il suonatore di violoncello.
Nel 1910, al Salon des Independants espose sei opere, tra le quali Il suonatore di violoncello, Il mendicante di Livorno, La mendicante.
Nello stesso periodo disegnava molto e cominciava a lavorare la pietra con continuità. Incontrò la poetessa russa Anna Achmatova, con la quale ebbe un’intensa relazione intellettuale e affettiva.
Nel 1912 espose al X Salon d’Automne otto sculture in pietra e nel 1915 Max Jacob lo presentò a Paul Guillaume, amatore d’arte e mercante.
Nel 1916 conobbe il poeta polacco Leopold Zborowski, del quale, nello stesso anno eseguì il primo ritratto.
Nel 1917 Modigliani ritrasse invece la moglie Hanka e Lunia Czechowska, familiare degli Zborowski. Nello stesso anno iniziò la serie dei nudi.
Nel 1918, assieme alla ventenne Jeanne Hebuterne, conosciuta l’anno prima, si trasferì in Costa Azzurra, tra Nizza e Cagnes, dove visse per più di un anno grazie agli aiuti di Zborowski.
Poco dopo Jeanne rimase incinta e il 29 novembre 1918 nacque una bambina: solo in seguito verrà riconosciuta all’anagrafe come figlia dell’artista con il nome di Jeanne Modigliani. Nello stesso periodo, Modigliani dipinse quattro paesaggi, mentre nel 1919 tornò a Parigi e realizzò il suo unico autoritratto. Il suo ultimo lavoro fu il Ritratto di Mario.
Nel 1920 morì all’ospedale della Carità. Dopo pochi giorni, in una lettera alla famiglia, Zborowski scriveva: -La sua compagna, poveretta (Jeanne), non gli è sopravvissuta: il giorno dopo la morte di lui, alle 4 del mattino si è gettata dalla finestra del quinto piano della casa dei propri genitori uccidendosi sul colpo. –
Opere di Amedeo Modigliani
L’Ebrea, 1908, olio su cartone, cm 55×46, collezione privata, Parigi,
Amazzone, 1909, olio su tela, cm 92×65, collezione privata, Parigi,
Busto rosso, 1913, olio su cartone, cm 81×51, collezione privata, Parigi,
Cariatide in piedi, 1913, olio su tela, cm 81×45, collezione privata, Parigi,
Ritratto di Paul Alexanders, 1913, olio su tela, cm 80×45, Musée des Beaux-Arts, Saint-Lô,
Ritratto di Diego Rivera, 1914, olio su tela, cm 100×81, collezione privata, Parigi
Ritratto di Burty Frank Haviland, 1914, olio su tela, cm 73×60, collezione privata, Parigi,
Ritratto di Raymond, 1915, olio su tela, cm 37×27, collezione privata,
Madame Pompadour, 1915, olio su tela, cm 61×50, Art Institute, Chicago,
Ritratto di Celso Lagar, 1915, olio su tela, cm 35×27, Museo d’Israele, Gerusalemme,
L’enfant gras, 1915, olio su tela, cm 46×38, Pinacoteca di Brera, Milano,
Alice, 1915, olio su tela, cm 78×39, Statens Museum for Kunst, Copenaghen,
Ritratto di Paul Guillaume, 1915, olio su tela, cm 105×75, Museo dell’Orangerie, Parigi,
Ritratto di Beatrice Hastings davanti ad una porta, 1915 , olio su tela, cm 81×54, collezione privata, New York,
Ritratto di Beatrice Hastings, 1915, olio su tela, cm 43×35, Museo del Novecento, Milano,
Nudo seduto ,1916, olio su tela, cm 92×60, Courtauld Gallery, Londra,
Ritratto di una cameriera, 1916, olio su tela , cm 100×65, Courtauld Gallery, Londra,
Ritratto di Chaïm Soutine, 1916, olio su tela , cm 100×65, collezione privata, Parigi,
Ritratto di Chaïm Soutine vicino ad un tavolo, 1916, olio su tela, cm 92×60, National Gallery of Art, Washington,
Ritratto di Monsieur Lepoutre, 1916, olio su tela, cm 92×65, collezione privata, Parigi,
Ritratto di Léopold Zborowski, 1916, olio su tela, cm 116×73, Museum of Fine Arts, Houston,
Ritratto di Léopold Zborowski, 1916, olio su tela, cm 100×65, Museo d’Arte, San Paolo, Brasile,
Jacques Lipchitz e sua moglie Bertha, 1916, olio su tela, cm 81×54, Art Institute, Chicago,
Ritratto di Jeanne Hébuterne, 1917, olio su tela, cm 54,6×42,9, Philadelphia Museum of Art,
Ritratto di Elena Pavlowski, 1917, olio su tela, cm 64,8×48,9, Phillips Collection, Washington,
La bambina in azzurro, 1917, olio su tela, cm 116×73, collezione privata, Parigi,
Ragazza con camicetta, 1917, olio su tela, cm 92×60, collezione privata, Parigi,
Ritratto di Léon Bakst, 1917, olio su tela, cm 55×33, National Gallery of Art, Washington,
Ragazza in abito giallo, 1917, olio su tela, cm 92×60, collezione privata, Parigi,
Ragazzo seduto con cappello, 1918, olio su tela, cm 100×65, collezione privata, Parigi,
Ritratto di Léopold Zborowski, 1918, olio su tela, cm 46×27, collezione privata, Parigi,
Due ragazze, 1918 , olio su tela, cm 100×65, collezione privata, Parigi,
Ragazza con cappello, 1918, olio su tela, cm 65×45, collezione privata, Parigi,
Il contadinello, 1918, olio su tela, cm 100×65, Tate Gallery, Londra,
Uomo seduto su sfondo arancio, 1918, olio su tela, cm 100×65, collezione privata, Parigi,
La bella Drogeristin, 1918, olio su tela, cm 100×65, collezione privata, Parigi,
Ragazza seduta, 1918, olio su tela, cm 92×65, collezione privata, Parigi,
Jeanne Hébuterne con cappello, 1918, olio su tela, cm 55×38, collezione privata, Giappone,
Ritratto di Jeanne Hébuterne in abiti scuri, 1918, olio su tela, cm 100×65, collezione privata, Parigi,
Ritratto di Jeanne Hébuterne, 1918, olio su tela, cm 92×60, collezione privata, Parigi,
Ritratto di Jeanne Hébuterne di profilo, 1918, olio su tela, cm 46×29, collezione privata, Parigi,
Ritratto frontale di Jeanne Hébuterne, 1919 , olio su tela, cm 55×38, collezione privata, Parigi,
Ritratto di Jeanne Hébuterne, 1919, olio su tela, cm 55×38, collezione privata, Parigi,
Ritratto di Jeanne Hébuterne, 1919, olio su tela, cm 100×65,3, Barnes Foundation, Filadelfia,
Autoritratto, 1919, olio su tela, cm 100×65, Museo di arte contemporanea, San Paolo, Brasile,
Jeanne Hébuterne davanti ad una porta, 1919, olio su tela, cm 92×60, collezione privata, Parigi,
Ritratto di Jeanne Hébuterne, 1919, olio su tela, cm 55×38, collezione privata, Parigi,
Jeanne Hébuterne in maglione giallo, 1919, olio su tela, cm 100×65, Solomon R. Guggenheim Museum, New York,
Ritratto di Mario Varfogli, 1919, olio su tela, cm 116×73, Museo Franz Mayer, Città del Messico,
Zingara con bambino, 1919, olio su tela, cm 116×73, National Gallery of Art, Washington,
Donna seduta con una camicetta blu, 1919, olio su tela, cm 100×65, collezione privata, Parigi.
Opere di Amedeo Modigliani
Testa di donna
Datazione: 1912,
misure: cm 68,3×15,9 x24,1,
tecnica: scultura in pietra,
collocazione: Metropolitan Museum of Art, New York.
Nel 1909, dopo l’incontro con Constantin Brancusi, Modigliani cominciò a realizzare sculture intagliando nella pietra: nel corso della sua breve carriera ne completò circa venticinque.
Lo stile di queste teste astratte e allungate lo ritroviamo nei suoi successivi dipinti, in particolare nei ritratti.
Questa testa, che mostra una particolare ispirazione alla scultura africana, era di proprietà dell’artista americano e collezionista d’arte africano Frank Burty Haviland, vissuto in Francia.
Oltre all’arte africana, le sculture di Modigliani riflettono la sua conoscenza dell’antica arte cicladica, sumera, egizia e greca.
Testa di giovane donna
Datazione: 1915,
misure: cm 46 x 38,
tecnica: solio su tela,
collocazione: Pinacoteca di Brera, Milano.
Il dipinto, insieme con il Ritratto di Moisè Kisling, appartenne in un primo tempo a Paul Guillaume, critico d’arte, mercante e soprattutto scopritore di Modigliani, di cui fu, all’inizio, l’unico collezionista.
Dopo lo straordinario successo ottenuto dalla retrospettiva dell’artista alla Biennale di Venezia del 1930, le due opere arrivarono in Italia e furono acquistate dalla galleria Il Milione di Milano. Nell’immediato dopoguerra, confluirono poi nella raccolta di Emilio Jesi.
Amedeo Modigliani si era trasferito definitivamente a Parigi nel 1909, dove frequentava i circoli culturali legati alla figura di Guillame Apollinaire.
Eseguì la maggior parte della sua produzione, per lo più costituita da ritratti, tra il 1915 e il 1918, raffigurando soprattutto gli amici della sua cerchia bohémienne: questa testa di giovane donna è probabilmente il ritratto della scrittrice inglese Beatrice Hastings con la quale Modigliani ebbe una tumultuosa relazione.
Nudo disteso
Datazione: 1917,
misure: cm 60,6 × 92,7,
tecnica: olio su tela,
collocazione: Metropolitan Museum of Art, New York.
Nel 1916 Amedeo Modigliani cominciò la celebre serie di nudi sdraiati: opere chiaramente ispirate ai dipinti dei Maestri del Rinascimento italiano, ove troviamo raffigurata la Venere e altre figure femminili.
In questo dipinto del 1917, il corpo stilizzato e delineato della modella, visto da vicino e dall’alto, domina l’intera tela; le sue mani e i suoi piedi scompaiono fuori dall’inquadratura e la sua pelle cremosa risplende sul letto rosso scuro.
A differenza delle tradizionali raffigurazioni di Venere, Modigliani realizzò qui un nudo disteso che risulta privo di un contesto di carattere mitologico e/o allegorico, evidenziando così l’erotismo dell’opera.
Ritratto di una ragazza
Datazione: 1917 circa,
misure: cm 8,06 × 5,97,
tecnica: olio su tela,
collocazione: Tate Gallery, Londra.
Il collo allungato e i lineamenti stilizzati di questa donna incarnano la personale visione di Amedeo Modigliani sulla bellezza, rivelando il suo interesse per un’ampia varietà di arti allora considerate “primitive”, comprese le sculture africane e cambogiane, nonché i dipinti e le sculture del XIII secolo della sua nativa Italia.
L’amico Gino Severini lo invitò a unirsi al movimento artistico futurista che celebrava il dinamismo della vita moderna, ma Modigliani preferì invece perseguire il proprio sviluppo artistico.
Madame Zborowska
Datazione: 1918,
misure: cm 6,45×4,60,
tecnica: olio su tela, collocazione: Tate Gallery, Londra.
Mme Zborowska era la moglie del poeta e mercante polacco Leopold Zborowski, che divenne agente di Modigliani dall’estate del 1916 in poi.
Nonostante sia solitamente conosciuta come Zborowska, il suo vero nome era Hanka Sierspowska e proveniva da una famiglia aristocratica polacca. Sia lei che suo marito posarono molte volte per Modigliani e questo ritratto lo si data al 1918: fu eseguito a Nizza dove l’artista visse dal luglio 1918 al maggio 1919 circa.
Nel Ritratto di Hanka Zborowska, amica e moglie del suo mercante, si nota un estremo allungamento della forma femminile, mostrando così nuovamente il suo personale stile che incarna la propria visione della bellezza.
Bibliografia
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