- Continente: Europa
- Nazione: Italia
- Abitanti: 49.028
- Lingua: Italiano
- Moneta: Euro
- Clima: Appenninico
- Orario: UTC+1
- Aeroporto più vicino: Aeroporto di Napoli Capodichino
- Porto più vicino: /
- Periodo migliore per visitarla: Maggio – Ottobre
Dove si trova
La città di Campobasso sorge a circa 700m s.l.m. alle pendici del Castello Monforte, è bagnata ed attraversata dai fiumi Biferno e Fortore e risulta divisa in due parti, una di stampo medioevale ed una di stampo ottocentesco.
Cosa vedere
Duomo di Campobasso

Anche conosciuto con il nome di Cattedrale Metropolitana della Santissima Trinità, il Duomo di Campobasso viene costruito agli inizi del ‘500 per volere della nobile famiglia De Capoa, diviene presto la sede della confraternita della Trinità, fazione opposta ai Crociati.
Completamente danneggiato agli inizi dell’800 da un evento sismico, il Duomo viene demolito e riedificato in circa venti anni, per poi essere oggetto di nuovi lavori circa un secolo dopo relativi all’innalzamento della navata centrale ed alla costruzione dell’abside.
La facciata è in stile neoclassico come visibile dal fronte triangolare e dal portico a sei colonne che lo sorregge, elementi tipici dell’architettura classica dei templi, mentre internamente la pianta si presenta divisa in tre navate adornate da cappelle affrescate e da una fonte battesimale in granito.
La navata centrale termina nell’abside contenente l’affresco raffigurante la Pentecoste e dove trova spazio l’altare maggiore sovrastato da un baldacchino con capitelli corinzi; completano poi il decoro interno vetrate policrome raffiguranti i Santi Agostino, Ilario, Anastasio e Nicola.
Palazzo Magno
La struttura originaria del Palazzo Magno, dal ’36 di proprietà del comune e sede della provincia di Campobasso, risulta essere stata modificata dagli interventi effettuati tra il ’37 ed il ’38 per adeguarlo alla sua nuova destinazione d’uso.
Vengono così demolite la casa colonica ed i depositi, viene posta una nuova vernice sulla facciata, viene modificata la disposizione delle finestre e dei balconi, vengono poste delle cornici modanate intorno alle finestre e vengono poste figure in rilievo, sia maschili che femminili, che simboleggiano l’Amministrazione.
Si ha infine una trasformazione dei solai, ora in cemento armato, che possono accogliere un ulteriore piano.
Durante le concitate fasi della campagna di liberazione dell’Italia, ad opera del contingente alleato, l’edificio viene requisito e trasformato in centro militare nevralgico, con le conversioni di alcuni saloni ad ospedali da campo ed obitori.
Recuperato sul finire del conflitto dal comune e restituito alla sua funzione amministrativa, tra gli anni ’60 ed ’80 subisce ulteriori modifiche collegate alla costruzione di un nuovo complesso di tre piani, posto sul retro, la modifica del colore, ora riportato all’origine, e l’ampliamento di un piano della struttura.
All’interno possono essere ammirati le divisi militari e gli armamenti appartenuti al rivoluzionario napoleonico Grabriele Pepe nonché il dipinto del ‘500 raffigurante La pace tra crociati e Trinitari.
Castello Monforte

Il Castello Monforte prende il nome da Nicola II di Monforte della famiglia dei Monforte-Gamabtesa che lo fa erigere nella seconda metà del ‘400 sulle ceneri dei vecchi insediamenti Sanniti e Longobardi, che ivi avevano posto i propri fortini di guardia.
Unitamente alla realizzazione del nuovo forte difensivo, il Monforte fa erigere una lunga cinta muraria in grado di cingere tutta la parte medievale di Campobasso, lasciando fuori le zone coltivabili, e per farlo vengono demolite gran parte delle vecchie abitazioni e dei sistemi difensivi precedenti.
La città viene dunque dotata di alte mura che si collegano direttamente al castello, separato dal resto del borgo da un fossato ed un ponte elevatoio, e vengono protette a loro volta da un secondo sistema murario e collegato al primo da camminamenti di ronda.
Con la cacciata del Monforte e l’arrivo di Riccardo Gambatesa, il castello assume una funzione prettamente difensiva assicurata dalla presenza di imponenti bastioni circolari adoperati come punti di avvistamento.
In età aragonese le mura vengono ampliate per tenere conto dello spostamento del fulcro economico del borgo di Campobasso.
L’edificio cade in uno stato di abbandono a partire dal ‘600, venendo prima adoperato come luogo di prigionia e poi sede della guardia civica borbonica prima di diventare, durante l’occupazione tedesca, postazione antiaerea.
Ad oggi gran parte delle torri e delle cinte murarie sono andate perse a causa dei danni dovuti al terremoto del 1805, agli elevati costi di manutenzione, che hanno spinto le amministrazioni a concedere la possibilità di costruirvi sopra o di fianco, ed alle necessità di nuovi edifici ad uso abitativo.
La peculiarità del forte risiede sicuramente nella posizione, posto a circa 790m s.l.m., che permette allo sguardo di spaziare lungo i corsi dei fiumi Biferno e Fortore fino a raggiungere le colline pugliesi, da un lato, ed i monti abruzzesi, dall’altro.
Chiesa di San Leonardo
La chiesa di San Leonardo è posta nella parte medievale di Campobasso, lungo la via che collegava al tempo il castello cittadino con gli agglomerati fuori le mura, a lungo principale luogo di culto della città.
Costruita intorno alla prima metà del ‘300 in romano-gotico, la chiesa si presenta internamente di dimensioni maggiori rispetto alla pianta originaria in virtù degli interventi effettuati in seguito al terremoto del ‘400.
All’esterno gli elementi tipici dell’arte gotica si rinvengono nel portone d’ingresso, poco strombato e con colonne lisce, nella monofora posta alla sua sinistra e nel rosone sovrastante.
All’interno spiccano i dipinti del ‘500 tra cui si annoverano la Cena di Gesù e la Vergine che corre verso il Signore.
Villa de Capoa
Tra le cose da fare a Salerno c’è il giro alla Villa de Capoa, punto d’incontro di generazioni molisane è un ampio polmone verde inserito all’interno della città realizzato durante il governo di Gioacchino Murat
La struttura della Villa è tale per cui nel corso degli anni, tra i lunghi viali e le aree aperte, sono state innestate diverse tipologie di vegetazione, esotica e mediterranea, che ne hanno arricchito lo stile settecentesco.
Oltre alle biodiversità, che per anni sono state oggetto di studi da parte dei monaci del vicino ex monastero di Santa Maria delle Grazie, la villa si presenta ricca di elementi di interesse artistico come la statua di Bacco, sarcofaghi del ‘400, una grotta in tufo ed una pregiata fontana.
Questo polmone verde, che si estende per circa 16ha, comprende al proprio interno anche diversi campi da tennis, scoperti e coperti, che fino al 2012 sono stati tappa del torneo internazionale del circuito ITF.
Palazzo San Giorgio

Il Palazzo di San Giorgio, dedicato al patrono di Campobasso, è la sede del comune cittadino e sorge sulle ceneri del monastero duecentesco di Santa Maria della Libera, demolito in seguito ai gravi danni strutturali subiti nel terremoto del 1805.
Inizialmente la zona viene adibita a giardino comunale per poi ivi prima ricostruire la Chiesa di Santa Maria della Libera e poi realizzare l’attuale Palazzo, la cui struttura ingloba l’edificio di culto e si integra con la restante parte del giardino, oggi Villa dei Cannoni.
L’edificio è diviso in tre piani e si presenta con una facciata elegante e pulita adornata, nella parte antistante l’ampio porticato, dalla statua di San Giorgio a cavallo mentre uccide il drago e, nella parte superiore, da un antico orologio che ogni quarto d’ora riproduce parti di un’unica melodia.
Al primo piano è possibile ammirare un balconcino a colonnine di marmo con colonne a fusto liscio, un gruppo di finestre ad arco a tutto sesto ed uno con tamburo triangolare mentre al secondo piano abbiamo solo finestre ma di ordine orizzontale.
Particolare è sicuramente la scelta architettonica adoperata sulla facciata posteriore per ampliare gli spazi interni, dove due corpi separati interamente in vetro sono stati collegati alla struttura originaria creando un mix di architettura moderna e classica unico ed equilibrato.
Chiesa San Bartolomeo
Struttura importantissima per l’arte romanica molisana e per la tradizione architettonica di Campobasso, questa chiesa è stata costruita verso la metà del ‘200 nei pressi della vecchia cinta muraria.
All’esterno troviamo una facciata principale rialzata rispetto alle due laterali, portali di tipo gotico, probabilmente inseriti da lavori successivi intervenuti nel corso dei secoli, ed un piccolo portico a cuspide, a protezione del portone d’ingresso, di chiara ispirazione alle forme pugliesi.
Lo stesso, dalle forme schiacciate e poco sporgenti, si caratterizza per la presenza della raffigurazione del Cristo Redentore che benedice e dei quattro evangelisti qui rappresentati dalle figure dei dottori della Chiesa d’Oriente e d’Occidente.
L’interno invece presenta la pianta tipica degli edifici religiosi di tipo romanico con una divisione in tre navate scandita dalla presenza di colonne che sorreggono archi a tutto sesto.
Cosa fare
Sfilata dei Misteri
La domenica successiva alla Solennità della Santissima Trinità, che cade la domenica successiva a quella di Pentecoste, per le vie di Campobasso vengono fatti sfilare i Misteri, secondo un’antica tradizione locale che affonda le radici nel medioevo.
Inizialmente i Misteri vengono allestiti di anno in anno, variandone personaggi, forme e costumi, adoperando palchi fissi o mobili ed espressioni facilmente comprensibili dal volgo che osservava e seguiva la manifestazione.
Nel ‘400 poi si inizia a tipizzare l’evento, con l’inserimento di schemi e copioni che ricalcano la tragedia e la commedia greca e romana, con la definizione di regole e veti per non cadere nel ridicolo e l’utilizzo di un linguaggio ancor più espressivo della realtà popolare.
Tra la fine del ‘700 e gli inizi dell’800 i Misteri assumono le forme che noi oggi conosciamo grazie agli interventi ed alle opere realizzate dallo scultore Paolo Saverio Di Zinno che permette il passaggio da una struttura di ferro leggera e flessibile su cui si innestano poi i personaggi.
La peculiarità della manifestazione risiede sicuramente nel fatto che i Misteri, ad oggi, vengono considerati quadri viventi che raffigurano figure di angeli, demoni, bambini, adulti e che vengono portati in spalla dai portatori al ritmo della marcia del Mosè di Rossini.
Processione del Venerdì Santo
Come la rievocazione storica dei Crociati e Trinitari, anche questo evento sembra esser legato alla pace tra le due diverse fazioni sociali come attestano notizie storiche risalenti agli eventi del 1626 che vogliono la processione essere ulteriore espressione della duratura pace in città.
L’evento è molto sentito e seguito dalla popolazione cittadina come attesta l’incremento del numero di persone che compongono il coro di accompagnamento, salito da 100 a ben 700 nel corso del tempo.
La manifestazione si incentra attorno alle statue raffiguranti Cristo morto e l’Addolorata che vengono esposte, durante la Settimana Santa, presso la chiesa di Santa Maria della Croce ove la popolazione si raccoglie in un mesto silenzio durante il canto dell’inno, detto lo zuchetezù.
Giunti al Venerdì Santo, il corteo dalla chiesa procede per le strade di Campobasso con la statua dell’Addolorata posta subito dopo quella del Cristo morto, accompagnata da donne vestito di nero, che portano nastri collegati alla statua, dal coro e dalla popolazione tutta, in religioso silenzio.
Teatro Savoia
Il Teatro Savoia è uno degli edifici più importanti di Campobasso e sorge sulle ceneri del vecchio Teatro Margherita, costruito in legno e mattoni, a sua volta sorto in seguito alla distruzione in un incendio del teatro Erennio Gammieri.
Inizialmente il nuovo edificio prende il nome di Teatro Sociale e si caratterizza per la presenza di affreschi, del Maestro De Lisio di Castelbottaccio, vetrate, del Maestro vetraio Vincenzo di Baranello, e per la struttura in ferro battuto.
Il teatro Savoia, ristrutturato dal comune di Campobasso tra il ’93 ed il 2002, si presenta all’esterno con una facciata caratterizzata da line semplici e regolari e dallo stile liberty rintracciabile nei motivi floreali degli elementi in ferro battuto che adornano le balaustre delle finestre e le lampade superiori.
All’interno il foyer è affrescato con le raffigurazioni del Molise e di Campobasso realizzate dal De Lisio che nella volta della sala centrale compone il dipinto detto Il Trionfo dei Sanniti i cui colori ben si sposano con gli stucchi dorati che decorano i putti e le balaustre dei palchetti.
Museo Sannitico
Il museo racchiude ed accoglie le testimonianze del passaggio delle molteplici popolazioni sul territorio cittadino, ed è stato riaperto solamente nel 1995, dopo oltre venti anni chiusura.
Fondato verso la fine dell’800 per raccogliere ed unire tutti i reperti, privati e non, risalenti alle diverse epoche storiche di Benevento, è solo durante la ricostruzione post-bellica che si arricchisce in maniera considerevole della mole di reperti rinvenuti sotto gli scavi delle macerie.
Il percorso espositivo si compone secondo il criterio definito dall’archeologo Antonio Sogliano verso la fine dell’800 e che prevede ben quattro diversi filoni: Le persone, La casa, Le attività ed I culti.
I nuovi reperti archeologici, frutto di ritrovamenti lungo tutto il territorio molisano, vengono invece archiviati secondo un criterio tematico-cronologico e tra questi sicuramente spicca l’imponente sepoltura di un cavaliere con il suo cavallo, rinvenuta in un comune della provincia di Campobasso.
Crociati e Trinitari
In concomitanza con i festeggiamenti liturgici collegati alla Solennità della Santissima Trinità, per le vie di Campobasso viene realizzata una rievocazione storica della pace del 1587 tra le confraternite dei Crociati e dei Trinitari, all’epoca in lotta tra loro.
Le cronache storiche della città riportano di scontri e lotte intestine sanguinose, tra il ‘300 ed il 500, che vedono contrapporsi per il controllo del potere locale due grandi gruppi sociali, i Crociati ed i Trinitari, ambedue rappresentati e sostenuti da famiglie appartenenti ai rispettivi ranghi sociali.
La storia e la tradizione popolare tramandano la storia d’amore tra Delicata Civerra, trinitaria, e Alfonso Mastrangelo, crociato, a cui viene impedito il matrimonio per via dei conflitti tra le famiglie.
Si narra che nel giorno della pace, ad opera del frate cappuccino Geronimo da Sorbo, Delicata muoia in seguito al mal d’amore dovuto alla partenza ed all’arruolamento dell’amato Alfonso e che quest’ultimo diventi frate francescano, come pegno d’amore.
Vie del centro
Tra le cose da fare a Campobasso risulta essere di grande impatto per il visitatore la vista dei vicoli e delle viuzze del centro storico che, oltre ad arricchirsi e colorarsi di botteghe artigianali, mostrano i chiari segni, visibili, del passaggio di molteplici popolazioni ed ere storiche sul suolo cittadino.
Nella parte antica del centro storico, tra gli stretti palazzi, possono essere rinvenute chiese ormai sconsacrate, antiche abitazioni nobiliari, fontane romane e negli ultimi anni anche molteplici murales, frutto di artisti che hanno voluto omaggiare la bellezza della città.
Storia
Le origini della città di Campobasso sono legate allo sviluppo dei commerci della civiltà sannitica che nell’area dell’attuale Molise pone sin da subito il centro dei propri commerci e dei collegamenti verso le zone limitrofe.
La certezza della sua esistenza la si ha però durante la dominazione longobarda e la nascita del Ducato di Benevento, come testimonia il riferimento a Campobasso presente nel documento Chronicon Sancte Sophie, conservato presso la biblioteca dell’Abadia di Benevento.
Un primo momento di grande sviluppo economico e sociale, Campobasso lo vive durante la dominazione normanna quando viene ampliato il nucleo centrale della città con la nascita di diverse istituzioni e nuovi quartieri.
È però nel ‘400 che Campobasso vive un momento d’oro quando la nobile famiglia dei Monforte-Gambatesta, schierata al fianco degli Angioini, diviene feudataria della città e si fa promotrice di importanti iniziative quali il coniare moneta, l’espansione dei commerci e la costruzione di possenti cinta murarie.
Con la vittoria degli Aragonesi il borgo passa prima alla famiglia dei De Capua e poi a quella dei Gonzaga che ne accrescono l’importanza e la centralità a livello economico e politico e riorganizzano l’agglomerato urbano di stampo medievale, come noi oggi lo conosciamo.
Se il seicento vede Campobasso città centrale per lo sviluppo economico delle aree limitrofe, il settecento è il secolo dei grandi capovolgimenti amministrativi-politici quando cioè nobili famiglie locali si uniscono contro il potere feudatario non più rappresentativo del moderno centro.
Nell’800 Campobasso viene elevata a rango di città modello e vive, in concomitanza con la forte espansione economica e sociale datale dalla nomina a capoluogo della neonata Provincia del Molise, un periodo di riorganizzazione urbana che porta alla creazione di numerosi nuovi quartieri, secondo il gusto dell’epoca.
Nella prima metà del ‘900 Campobasso vive un nuovo impulso di espansione urbana e poi diviene fulcro strategico della campagna di liberazione degli Alleati che qui, con le truppe canadesi, affrontano, in scontri sanguinari, le truppe di resistenza tedesche, arrecando ingenti danni e vittime.
Con la nascita negli anni ’60 della Regione Molise, la città vive un periodo di forte crescita socio-demografica che comporta la nascita di nuovi quartieri e distretti economici.
Temperature
Mesi | Max | Min |
Gennaio | 7.0°C | 1.0°C |
Febbraio | 7.1°C | 1.1°C |
Marzo | 10.7°C | 3.0°C |
Aprile | 14.0°C | 6.4°C |
Maggio | 21.0°C | 13.2°C |
Giugno | 27.5°C | 16.0°C |
Luglio | 29.0°C | 21.0°C |
Agosto | 28.8°C | 18.0°C |
Settembre | 23.0°C | 13.1°C |
Ottobre | 19.5°C | 11.9°C |
Novembre | 16.6°C | 7.0°C |
Dicembre | 8.4°C | 3.7°C |
Dove alloggiare
Castrum Palace Hotel & resorts
Via Giambattista Vico 2A, 86100, Campobasso
Hotel posto in zona centrale rispetto ai principali snodi cittadini e a pochi passi dalle attrazioni e dai luoghi d’interesse locali, caratterizzato da una struttura moderna, elegante e raffinata con parcheggio privato interno ed ampie camere con vista dotate di ogni comfort.
B&B Il Palazzo Vecchio
Via Sant’Antonio Abate 32, 86100, Campobasso Italia
Posto all’interno di un’antica dimora ristrutturata, questo B&B è dotato di camere ampie, moderne, accoglienti e raffinate con bagno privato tecnologico e pulito, il tutto all’interno di una cornice unica che garantisce un soggiorno tranquillo e sereno.
Bed&Breakfast Flower
Via Novelli 3, 86100, Campobasso
Inserita nella splendida cornice del centro città, si trova questa struttura moderna ed accogliente, curata in ogni dettaglio, con camere ampie e moderne e la possibilità di godere del panorama dai balconi privati.
Ferrari Suite
Via Ferrari 7, 86100, Campobasso
Nel cuore di Campobasso, una struttura elegante e raffinata, calda ed accogliente, curata nei minimi dettagli con ampie camere moderne dotate di ogni comfort necessario a godere della visita alla città.
Bed & breakfast Savoia
Piazza Gabriele Pepe 13, 86100, Campobasso
Camere ampie, intime, curate e ristrutturate, con bagni privati e servizi di ogni genere caratterizzano questa struttura ricettiva dove relax e tranquillità sono alla portata di ogni viaggiatore che vi alloggia.
Dove mangiare
Taberna Agricola
Contrada Cellarelle 25, 86020, Campobasso
Masseria caratteristica e ristrutturata posta all’interno dell’antico borgo storico nei pressi di Campobasso, caratterizzato da una location curata, calda ed accogliente dove provare il gusto e la genuinità della cucina tipica locale e dei prodotti adoperati.
Monticelli Sapere E Sapori
Via Sant’Antonio Abate 33, 86100, Campobasso
Location elegante e raffinata, calda ed accogliente, curata nei minimi particolari ove ogni minimo dettaglio rimanda note di eleganza e ricercatezza.
Lo chef, con sapienza e nel pieno rispetto dei sapori, propone abbinamenti ricercati ove una cucina tipica con rivisitazioni moderne esalta gli ingredienti e l’antica arte culinaria guida ed attrae il viaggiatore che vuole mangiare a Fermo gustando i colori ed i sapori locali.
Trattoria La Grotta Da Concetta
Via Larino 7, 86100, Campobasso
Convivialità, familiarità, cucina tipica molisana, rispetto ed esaltazione dell’arte culinaria, prodotti freschi e genuini, esaltazione del gusto e dei sapori caratterizzano questo locale dall’aspetto moderno ed accogliente.
Il rispetto per l’antica arte conviviale unito all’abbondanza degli abbinamenti rendono questo locale, con cucina di terra, peculiarità tipica della ristorazione locale nonché uno dei luoghi simbolo del mangiare a Campobasso
I Peccati di Bacco
Via Roma 92, 86100, Campobasso
Accogliente locale dove genuinità, freschezza dei prodotti e ricercatezza di sapori sono i driver principali della cucina.
Abbinamenti ricercati, in un ambiente che esalta la tradizione tipica locale ma che non disdegna la modernità che nelle mani sapienti dello chef prende forma e vita in un mix di colori e sapori che evocano, nel palato e nella mente, un’esplosione di gusto difficilmente dimenticabile.
Sicuramente uno dei locali dove mangiare a Campobasso durante un soggiorno o una breve sosta in città.
Ristorante Aciniello
Via Torino 4, 86100, Campobasso
Posizione centrale, ambiente caldo ed accogliente curato nei minimi particolari ed una cucina moderna caratterizzata dall’utilizzo di prodotti tipici freschi e genuini sapientemente preparati e proposti dallo chef.
Piatti tipici
Tagliolini di Campobasso
- Tagliolini
- Prosciutto crudo
- Cipolle
- Prezzemolo
- Olio
- Sale
- Pepe
Cicerchiata
- Farina 00
- zucchero
- uova
- olio
- Arance
- Liquore
- Miele
- Mandorle
- Olio di semi di arachide
Riso e verza
- Riso vialone nano
- Grana Padano
- Cipolle dorate
- Pancetta
- Verza
- Olio
- Sale
- Pepe
- Brodo vegetale
Zuppa di Ortiche
- Ortiche
- Patate
- Cipolla bionda
- Acqua
- Olio
- Noce moscata
- Sale
- Pepe
Dove fare shopping
Centro storico
Suggestivi sono le molteplici botteghe artigianali sparse lungo le diverse viuzze della città, ove è possibile acquistare prodotti tipici locali e regionali.
Oltre ai classici negozi di souvenir non è difficile rinvenire botteghe ove si lavora la pelle con tecniche tramandate dalla tradizione, degustazioni di liquori locali ed artisti che lavorano ceramiche, maioliche e quadri
Come arrivare
Aereo
Venendo da fuori regione e scegliendo l’aereo come mezzo di trasporto, l’aeroporto di riferimento è l’Aeroporto di Napoli Capodichino. Da questi poi Campobasso è facilmente raggiungibile potendo scegliere tra automobile, pullman di linea;
Treno
La stazione più vicina è quella di Campobasso, capolinea delle linee Termoli-Venafro e Benevento-Campobasso;
Porto: /
Autobus
Le linee utili per raggiungere Campobasso sono: Flixbus o privati se si proviene da fuori regione.
Automobile
Qualunque sia il punto di partenza del proprio viaggio, la via più rapida sarà facendo riferimento all’uscita autostradale della A14 o dell’A1
Distanze dalle principali città
Distanza da Roma
La distanza che intercorre tra Roma e Campobasso è di 229.2 Km.
Distanza da Milano
Milano e Campobasso sono a 743.5 Km di distanza.
Distanza da Firenze
Bisogna percorre 476.1 Km per raggiungere Campobasso partendo da Firenze.
Distanza da Venezia
La distanza che intercorre tra Venezia e Campobasso è di 676.6 Km.
Distanza da Bologna
Bologna e Campobasso sono a 527.1 Km di distanza.
Distanza da Napoli
Bisogna percorre 154.7 Km per raggiungere Campobasso partendo da Napoli.
Libri guide ed info utili
- Paesaggi. Immagini per raccontare il Molise, di Mauro Presutti
- Molise. Guida ai sapori e ai piaceri della regione 2019, di Gedi
- Molise rock. Da Frosolone alla Rocca di Oratino. Vie sportive, trad e miltipitch, di Pietro Radassao e Riccardo Quaranta
- Abbruzzo e Molise 1:200.000. Carta stradale e turistica, di Touring
- Abbruzzo e Molise 1:2000.000, di Libreria Geografica