Luca Signorelli nacque a Cortona intorno al 1450, dal pittore Gilio (o Egidio) di Luca di Angelo di maestro Ventura e da Bartolomea di Domenico di Schiffo. Non aveva fratelli e diversi suoi avi, originari di Cortona, furono pittori.
Dal matrimonio con Gallizia di Piero Carnesecchi, ebbe quattro figli: Antonio, Felicia, Tommaso e Gabriella.
Luca Signorelli ebbe un ruolo attivo nelle istituzioni della città di Cortona: per dodici volte, tra il 1480 e il 1523, fu priore, fu eletto dieci volte nel Consiglio dei diciotto e dodici volte nel Consiglio generale.
A partire dal 1470 fu attivo a Cortona come pittore indipendente, ricevendo commissioni per gonfaloni per confraternite religiose e oggetti di arte decorativa, tutte opere perdute, ma ricordate dai documenti dell’epoca e che ci indicano come inizialmente l’artista seguì la tradizione familiare di pittori-artigiani.
Notevoli sono anche le notizie date da Giorgio Vasari che elogiò Luca Signorelli ricordandolo come l’ispiratore di Michelangelo e riferì di alcune sue opere, oggi perdute, realizzate ad Arezzo: affreschi nella cappella di Santa Barbara nella chiesa di San Lorenzo, datati al 1472, un gonfalone per la confraternita di Santa Caterina, affreschi e un’ancona per Sant’Agostino, un gonfalone processionale per la confraternita della Santissima Trinità.
Poco si conosce delle prime opere di Luca Signorelli, così poco si sa della sua formazione artistica che secondo diverse fonti sarebbe avvenuta negli anni Sessanta del XV secolo, venendo spesso indicato come allievo di Piero della Francesca: il probabile legame tra i due artisti ha consentito ad alcuni studiosi, tra i quali Bernard Berenson, in un contributo del 1926, di individuare come prime opere di Luca Signorelli, dei dipinti databili agli anni Settanta, molto vicini allo stile tardo di Piero della Francesca, quali:
- La Madonna col Bambino e tre angeli della Christ Church Picture Gallery di Oxford
- La Madonna col Bambino già in collezione Villamarina e oggi presso la Fondazione Cini di Venezia
- La Madonna col Bambino e un angelo del Museum of fine arts di Boston
- La Presentazione al Tempio su tela già in collezione Cook a Richmond e poi presso Morandotti a Roma, oggi in una raccolta privata americana.
Successivamente Luca Signorelli completò la sua formazione artistica prima a Firenze, dove fu seguace dei Pollaiolo, poi a Urbino dove dipinse la Flagellazione, attualmente conservata nella Pinacoteca di Brera, infine a Roma, nel 1482 fu collaboratore del Perugino negli affreschi della Cappella Sistina. Il contatto con quest’artista, lo indusse a ingentilire lo stile, come si può notare negli affreschi della sagrestia del santuario di Loreto e nella Pala di Sant’Onofrio, nel duomo di Perugia, datata al 1484.
Trasferitosi a Firenze, Luca Signorelli diventò un protagonista dell’ambiente culturale raccolto intorno a Lorenzo de’ Medici: a questa fase risalgono alcune tavole conservate nella Galleria degli Uffizi, tra cui il robusto tondo con la Madonna col Bambino.
Dopo la morte di Lorenzo il Magnifico, il pittore preferì lasciare Firenze per affrontare due grandi, memorabili cicli di affreschi: le Storie di San Benedetto nel chiostro dell’abbazia di Monte Oliveto Maggiore (1496-1498) e la serie della Fine del mondo con Giudizio Universale nella cappella di San Brizio, nel duomo di Orvieto.
Gli ultimi due decenni di attività si svolsero quasi interamente in provincia, tra Cortona e Città di Castello.
Luca Signorelli morì a Cortona il 24 ottobre 1523 e fu probabilmente sepolto nella chiesa di San Francesco, nella sede della confraternita dei Laudesi di cui era membro.
Opere di Luca Signorelli
Stendardo della flagellazione, 1475 circa, tempera su tavola, cm 84×60, Pinacoteca di Brera, Milano,
Pala di Sant’Onofrio, 1484, olio e tempera su tavola, cm 221×189, Museo dell’Opera del Duomo, Perugia,
Natività del Battista, 1485–1490, olio su tavola, cm 31×70, Museo del Louvre, Parigi,
Sacra Famiglia di Parte Guelfa, 1487–1488 circa, olio su tavola, 124 cm di diametro, Galleria degli Uffizi, Firenze,
Santi Caterina da Siena, Maria Maddalena e Gerolamo, 1489–1490 circa, olio su tavola, cm 146,5×75,5, Gemäldegalerie, Berlino,
Santi Agostino, Caterina d’Alessandria e Antonio da Padova, 1489–1490 circa, olio su tavola, cm 146,5×75,5, Gemäldegalerie, Berlino,
Figure in un paesaggio: due nudi maschili, 1489–1490 circa, olio su tavola, cm 67,9×41,9, Museo d’Arte, Toledo,
Figure in un paesaggio: uomo, donna e bambino, 1489–1490 circa, olio su tavola, cm 67,9×41,9, Museo d’Arte, Toledo,
Cristo nella casa di Simone il Fariseo, 1489–1490 circa, olio su tavola, cm 26×90,
Compianto sul Cristo morto, 1489–1490, olio su tavola, cm 30×120, Pollok House, Glasgow, Scozia,
Martirio di Santa Caterina d’ Alessandria, 1489–1490 circa, olio su tavola, cm 29×92, Clark Art Institute, Williamstown, Stati Uniti d’America,
Madonna col Bambino tra ignudi, 1490 circa, olio su tavola, cm 170×115, Galleria degli Uffizi, Firenze,
Circoncisione, 1490–1491, olio su tavola, cm 258,5×180, trasferito su tela montata su legno, National Gallery, Londra,
Sposalizio della Vergine, 1490–1491 circa, olio su tavola , cm 21,6×48, National Gallery of Art, Washington D.C., Stati Uniti d’America,
Sacra Famiglia con una santa, 1490–1495 circa, tempera su tavola, cm 89 di diametro, Galleria Palatina di Palazzo Pitti, Firenze,
Sacra Famiglia, 1490–1495, olio su tavola, cm 80,6×64,8, National Gallery, Londra,
Adorazione dei Pastori, 1490–1510 circa, olio su tavola, cm 17,1×64,8, National Gallery, Londra,
Annunciazione, 1491 circa, tempera su tavola, cm 282×205, Pinacoteca e Museo Civico, Volterra,
Vergine in trono e santi, 1491, tempera su tavola, cm 302×233, Pinacoteca e Museo Civico, Volterra, Italia
Ritratto d’uomo, 1492, tempera su tavola, cm 50×32, Gemäldegalerie, Berlino,
Madonna col Bambino tra i santi Girolamo e Bernardo, 1492–1493 circa, tempera su tavola, cm 112 di diametro, Palazzo Corsini al Parione, Firenze,
Testa di un ragazzo, 1492–1493 circa, tempera su tavola, cm 26×20,5, Philadelphia Museum of Art, Filadelfia,
Madonna col Bambino, 1492–1498 circa, tempera su tavola, cm 87 di diametro, Alte Pinakothek, Monaco di Baviera,
Ritratto di Vitellozzo Vitelli, 1492–1498 circa, tempera su tavola, cm 42×33, Villa I Tatti, Firenze,
Ritratto di Niccolò Vitelli, 1492–1498 circa, tempera su tavola, cm 42×33, Barber Institute of Fine Arts, Birmingham,
Madonna col bambino tra i santi girolamo e benedetto, Tondo Baduel, 1492–1500, tempera su tavola, cm 155 cm di diametro, Museo Bandini, Fiesole.
Assunzione della Vergine con i santi Michele e Benedetto, 1493–1496 circa, olio su tavola, cm 170,8×131,4, Metropolitan Museum of Art, New York,
Gonfalone dello Spirito Santo, 1494, tempera su tela, cm 156×104, Galleria Nazionale delle Marche, Urbino,
San Giorgio e il Drago, 1495–1500, olio su tavola, cm 55×77,5, Rijksmuseum, Amsterdam,
Madonna della Misericordia con San Sebastiano e San Bernardino da Siena, 1495–1505 circa, tempera su tavola, Museo Diocesano d’Arte Sacra, Pienza,
Adorazione dei Magi, 1495 circa, cm 331×245, olio su tavola, trasferito su tela, Museo del Louvre, Parigi,
Adorazione dei Pastori, 1496 circa, olio su tavola, cm 215×170, National Gallery, Londra, firmato “Luce De Cortona P. O.”,
Martirio di San Sebastiano, 1498 circa, tempera su tavola, cm 288×175, Pinacoteca Comunale, Città di Castello,
Allegoria della Fecondità e dell’Abbondanza, 1500 circa, tempera su tavola, cm 58×105,5, Galleria degli Uffizi, Firenze,
Compianto sul Cristo morto, 1502 circa, tempera su tavola, cm 270×240, Museo Diocesano, Cortona,
Crocifisso con la Maddalena, 1502–1505, tempera su tavola, cm 247×165, Galleria degli Uffizi, Firenze,
Stendardo della Crocifissione, 1502–1505, tempera su tela, cm 212×157, chiesa di Sant’Antonio abate, Sansepolcro,
Crocifissione, 1504–1505 circa, tempera e olio su tavola, cm 72,5×101,3, tempera e olio su tavola, National Gallery of Art, Washington D.C.,
Uomo su una scala (frammento di Deposizione dalla croce), 1504-05 circa, olio su tavola, cm 88,3×52, National Gallery, Londra,
Flagellazione, 1505, tempera su tavola, cm 42×34, Ca’ d’Oro, Venezia,
Madonna col Bambino, 1507 circa, tempera su tavola, cm 51×48, Metropolitan Museum of Art, New York,
Polittico di Arcevia, 1507 circa, cm 393×315, tempera su tavola, Collegiata di San Medardo, Arcevia,
Incoronazione della Vergine, 1508, cm 127×223, olio su tavola, San Diego Museum of Art, San Diego, Stati Uniti d’America,
Madonna col Bambino, la Trinità, Sant’Agostino e Sant’Atanasio d’Alessandria, 1510 circa, tempera su tavola, cm 272×180, Galleria degli Uffizi, Firenze,
Comunione degli Apostoli, 1512, olio su tavola, cm 232×220, Museo Diocesano, Cortona, datato e firmato “Lvcas Signorellvs Corythonensis Pingebat / MDXII”,
Santa Caterina d’Alessandria, 1512 circa, tempera su tavola, cm 31×43, Museo Horne, Firenze,
Sacra Famiglia con i santi Zaccaria, Elisabetta e Giovanni Battista, 1512 circa, olio su tavola, cm 70 di diametro, Gemäldegalerie, Berlino,
Vergine col Bambino e Santi, 1515, olio su tavola, cm 265×193, National Gallery, Londra,
Compianto sul Cristo morto tra angeli e santi, 1516 circa, tempera su tavola, Museo Diocesano, Cortona,
Ester davanti Assuero e Tre episodi della Vita di San Girolamo, 1519–1522 circa, olio su tavola, cm 29,5×212,5, National Gallery, Londra,
Madonna col Bambino e santi, 1519–1523, cm 357×248, tempera su tavola, Museo Statale d’Arte Medievale e Moderna, Arezzo.
Opere di Luca Signorelli
Flagellazione
Datazione: 1475-1480 circa,
misure: cm 84×60,
tecnica: tempera su tavola,
collocazione: Pinacoteca di Brera, Milano.
La Flagellazione è la prima opera firmata, a noi nota, di Luca Signorelli: la firma è infatti riportata nel fregio architettonico al centro del dipinto, “OPUS LUVE CORTONENSIS” e costituisce una significativa testimonianza dell’attività giovanile dell’artista che appare fortemente influenzato dai grandi artisti del tempo, come i fratelli Pollaiolo e Piero della Francesca.
Dipinta su supporto di legno di pioppo, questa tavola, confluita nel 1811 nelle collezioni della Pinacoteca di Brera, proveniva dalla chiesa di Santa Maria del Mercato a Fabriano dove era conservata assieme a un’altra opera di Luca Signorelli, anch’essa conservata attualmente nella Pinacoteca di Brera, ovvero la tavoletta della Madonna del Latte.
Un restauro eseguito tra il 1984 e il 1985, stabilì che le due tavolette erano in origine le facce di uno stendardo processionale di piccole dimensioni, su supporto ligneo anziché su tela, secondo un uso frequente tra Umbria e Marche nel Rinascimento.
Non è noto quando lo stendardo fu segato, ma è certo che doveva essere completato da una cornice dorata a guazzo, sagomata e traforata nei due angoli superiori.
I soggetti raffigurati e la specifica funzione processionale del gonfalone rendono probabile l’ipotesi che sia stato realizzato per l’oratorio dell’antica Confraternita dei Raccomandati, che aveva sede presso la chiesa di Santa Maria del Mercato.
La Flagellazione allude, infatti, alla disciplina esercitata dagli adepti della confraternita, che erano perciò detti “disciplinati”, mentre la scelta del soggetto della Madonna del Latte è dovuta alla ritualità devozionale che scandiva l’attività caritatevole e al culto mariano diffuso in queste confraternite.
Indipendentemente dal suo alto valore artistico, quest’opera di Luca Signorelli va letta anche come un oggetto di culto, testimonianza dell’intensa e operosa attività spirituale e sociale delle confraternite.
Adorazione dei pastori
Datazione: 1496 circa,
misure: cm 215×170,
tecnica: olio su tavola,
collocazione: National Gallery, Londra.
Fulcro di questa grande pala d’altare è Gesù bambino: è raffigurato disteso a terra, con la testa appoggiata su un piccolo cuscino. La Madonna si inginocchia dietro di lui, circondata da angeli. In adorazione sono anche San Giuseppe e quattro pastori presenti a sinistri.
Soltanto nel vangelo di San Luca, si parla dei pastori e l’evangelista riportò che essi ebbero una visione dell’angelo del Signore dal quale appresero la notizia della nascita di Cristo. Questo racconto evangelico fu raffigurato da Luca Signorelli sul pendio a sinistra del quadro.
A destra, sotto un arco che si apre nella roccia, è invece raffigurato un uomo con una corona di fiori che suona la cornamusa. Con ogni probabilità è anch’egli un pastore: spesso i pastori venivano raffigurati seduti per terra mentre suonavano lo strumento.
Sullo sfondo, subito dietro gli angeli, un gruppo di persone si raduna in una struttura aperta che ricorda un tempio romano, con colonne e un frontone. Osservando da vicino, si nota una fila di figure dietro una panchina che sembrano degli schizzi. Questo è probabilmente un riferimento ai versetti di apertura della storia della natività riportata dall’evangelista Luca, che riferì come l’imperatore Cesare Augusto aveva ordinato a tutti i cittadini dell’Impero Romano di iscriversi a un censimento per la tassazione (Luca 2,1–5).
Vasari ricordava che Signorelli realizzò questo dipinto ‘con amore e disegno’: il disegno era un aspetto cruciale della pittura rinascimentale nell’Italia centrale, dove i pittori erano più interessati al disegno che al colore. Il disegno di base dei dipinti era spesso molto dettagliato e c’erano molti disegni preliminari.
Lo studio di Signorelli per il gruppo dei pastori è al British Museum. È coperto da una griglia, probabilmente per aiutarlo a copiarlo in scala per il dipinto; macchie di vernice verde sulla carta suggeriscono che l’avesse a portata di mano mentre dipingeva.
Il semicerchio delle figure adoranti è disposto con cura per attirare la nostra attenzione su Cristo; è possibile seguire lo sguardo del pastore in piedi lungo il suo bastone fino al volto del secondo pastore inginocchiato, che guarda verso il bambino.
Si notano inoltre riferimenti a Piero della Francesca il cui interesse per la matematica e la geometria si riflette in questa attenta disposizione delle figure. Molta attenzione viene data inoltre ai dettagli: i fiori delicatamente dipinti in primo piano includono un ciuffo di fragole selvatiche, che simboleggiano la vita fruttuosa e retta di Cristo.
Signorelli ha firmato il suo nome sull’edificio dove si sta effettuando il censimento: LVCE. DE CORTONA. P.[ICTORIS] O.[PUS], (‘opera di Luca da Cortona pittore’).
Ciclo apocalittico
Datazione: 1499-1502,
tecnica: affreschi,
collocazione: cappella di San Brizio, duomo di Orvieto.
Nel 1447 il Beato Angelico iniziò la decorazione della volta della cappella di San Brizio, nel duomo di Orvieto, ma lasciò il lavoro interrotto.
Nel 1490 i canonici vollero che fosse terminata l’opera e si rivolsero prima a Perugino, che declinò l’incarico, poi a Luca Signorelli il quale, terminati in un anno gli affreschi delle vele, si accinse a ornare le pareti col più grandioso ciclo apocalittico mai eseguito in Italia. Nei sei lunettoni delle pareti raffigurò La predicazione dell’Anticristo, La fine del mondo, La resurrezione dei morti, il Giudizio Universale, gli Eletti e i Dannati.
Sui basamenti dipinse ritratti dei poeti antichi e moderni che avevano descritto l’aldilà (tra essi Ovidio, Virgilio, Dante) con monocromi mitologici e immagini del Purgatorio dantesco, il tutto immerso in un dilagare di pullulanti grottesche ricolme di esseri mostruosi, che paiono usciti da un incubo, preda di un’insaziabile, quanto vana frenesia.
Sono immagini memorabili, che ci riportano a un clima medievale: alla pittura come fonte di terrore per uno spettatore che viene spinto a cercare conforto nel seno consolatorio della Chiesa.
Si notano i Dannati ghermiti, rovesciati, straziati, strozzati, portati via in volo e lasciati cadere da nerboruti demoni di color livido. Anche dove non c’è strazio, per esempio nella Resurrezione dei morti, Signorelli non raffigurò un’umanità fieramente artefice del proprio destino, ma una folla di nudi in attesa che altri decida della sua sorte.
Il senso del ciclo di Orvieto viene spiegato con la prima scena, quella della Predicazione dell’Anticristo: il personaggio in piedi sul podio che ammonisce gli ascoltatori a spogliarsi delle ricchezze, consigliato in un orecchio da Satana è Girolamo Savonarola e questo ciclo ha quindi un carattere antisavonaroliano.
Sconfitto Savonarola, la Chiesa doveva riconquistare i fedeli scossi dalle idee del frate e per far questo, doveva sfoderare le vecchie armi del terrore, dell’Apocalisse, del giudizio. Per questo le scene dovevano avere un forte impatto, annichilire chi le guardava, per staccarlo dal falso profeta e ricondurlo sotto le ali protettive della Chiesa romana. Soltanto Signorelli, con la sua grandiosità plastica, con la sua teatralità, poteva riuscire in quest’impresa: non il tenero Perugino e tanto meno il divagante Pinturicchio.
Questi affreschi indicano che un ciclo storico stava per concludersi: la pace politica, la conciliazione religiosa, i sogni accarezzati dagli umanisti erano ormai allo stremo.
Gli anni della realizzazione del ciclo di Orvieto precedono di poco la grande contestazione luterana: nell’Italia cattolica, lacerata dall’esperienza savonaroliana, si facevano strada la tendenza a una concezione individuale della religione, la ricerca di una via verso Dio che non ricorresse alla mediazione organizzata dalla Chiesa.
Uomo su una scala (frammento di Deposizione dalla croce)
Datazione: 1504-05 circa,
misure: cm 88,3×52,
tecnica: olio su tavola,
collocazione: National Gallery, Londra.
Questo frammento di un dipinto più grande mostra un uomo anziano, quasi calvo, con pochi ciuffi di capelli bianchi, che scende cautamente i gradini di un’esile scala.
La sua presa è ostacolata da un paio di tenaglie, con le quali ha estratto i chiodi che fissavano Cristo alla Croce, rendendo la sua discesa ancora più precaria. I lineamenti robusti del personaggio, che Signorelli studiò dal vero, gli conferiscono un’aria di pragmatismo che probabilmente fu necessaria per un compito così raccapricciante. Notevole anche la rappresentazione del suo corpo, che cattura la contorsione e la distribuzione del peso necessarie a un uomo della sua stazza per scendere da una scala così alta e stretta.
Signorelli era noto ai suoi tempi per la sua rappresentazione esperta del corpo umano e la sua capacità di dipingerlo in modo convincente in una varietà di pose complesse senza perdere il senso della sua solidità e peso.
La tavola faceva parte di una pala d’altare raffigurante il Compianto di Cristo ai piedi della Croce realizzata per l’altare maggiore della chiesa di Sant’Agostino a Matelica, nelle Marche. In basso a destra è visibile parte della testa aureolata di un santo, probabilmente San Giovanni Evangelista. Come molte pale d’altare delle chiese italiane, è stato probabilmente tagliato per creare una serie di dipinti separati in vendita alla fine del XVIII secolo o all’inizio del XIX secolo.
Sono noti anche altri frammenti conservati in altre collezioni. Evidentemente Giovannantonio di Luca di Paolo, committente del quadro, era rimasto colpito da un quadro dello stesso soggetto che Signorelli fece per la chiesa di Santa Margherita a Cortona, ora nel Museo Diocesano di Cortona, chiedendogli di realizzare un’immagine simile.
Mettendo insieme i frammenti rimanenti si scopre che l’immagine di Matelica era probabilmente molto simile all’opera di Cortona, ma l’uomo sulla scala era una nuova aggiunta alla composizione.
Bibliografia
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